Dopo il post di qualche settimana fa sulle origini della boxe, dal punto di vista fisiologico è interessante capire la divisione in categorie: la forza è una componente essenziale nel confronto. Tuttavia è necessario richiamare il concetto di “quantità di moto“:
quantità di moto = massa x velocità
Maggiore la quantità di moto più devastante è il pugno. La quantità di moto aumenta con la massa del pugno ma anche con la velocità con cui viene sferrato, la velocità, a sua volta, dipende dall’accelerazione impressa al pugno.
Richiamando la relazione fondamentale della dinamica F= M x a (forza uguale a massa per accelerazione) si può scrivere che a = F / M. La massa (M) aumenta con il volume ed è quindi proporzionale al cubo della dimensione lineare (L3). Dal punto di vista fisiologico, la forza estrinsecata da un muscolo è proporzionale alla sua sezione, quindi la forza è proporzionale al quadrato di una lunghezza lineare (L2); pertanto si può considerare l’accelerazione (a) come proporzionale a L2 / L3, cioè 1/L.
In pratica, maggiore è la taglia, maggior difficoltà ha il soggetto ad accelerare il suo corpo o parti del suo corpo. Nell’ambito della stessa categoria la maggior massa conferisce maggior forza a scapito della velocità di esecuzione del movimento.
Tra una categoria superiore ed una inferiore il vantaggio legato alla maggior forza (che aumenta in proporzione alla sezione muscolare) è molto maggiore dello svantaggio legato alla limitazione dell’accelerazione e quindi della velocità di esecuzione. Sul piano puramente fisiologico, la boxe richiede al contempo forza, agilità e coordinazione neuromuscolare per la precisione e il tempismo nel portare i colpi. Si tratta di un difficile compromesso se si considera che l’esecuzione di un gesto è più precisa se la forza sviluppata è bassa . E’ comune osservazione infatti che i colpi potenti sono spesso imprecisi, mentre i colpi precisi possono essere troppo deboli.
Sul piano psichico la boxe richiede un perfetto equilibrio per la valutazione della strategia di combattimento la quale dipende dalle caratteristiche individuali e dell’avversario. La decisione sul dispendio delle energie deve essere estremamente oculata . E’ certo che sul piano sportivo vi sono pugili che sfruttano con monotonia la loro potenza devastante, mentre altri sono maestri nella tecnica e nella strategia di combattimento.
… spero di non avervi annoiati. Intanto approfitto del lungo periodo di inattività (dopo tre mesi e mezzo di lavoro ininterrotto in ufficio – da agosto… domeniche comprese – un po’ di attività fisica ci voleva) per riprendere lentamente la “preparazione” (come la chiama Lallo) nella palestra di pugilato del palazzetto “B. Speca” (dopo quasi 6 mesi).
Non c’è niente da fare, la boxe è lo sport più bello.